Quando si parla di Internet of Things (acronimo di IoT), per quanto sarebbe più corretta la traduzione in Internet degli Oggetti, la traduzione letterale e maggiormente conosciuta è Internet delle Cose, che si riferisce al processo di interconnessione ad internet di oggetti fisici di utilizzo "quotidiano", basti pensare agli oggetti più familiari usati in casa, oppure a dispositivi medici/sanitari, a dispositivi indossabili, a dispositivi industriali utilizzati nelle linee di produzione, per arrivare a dispositivi che possono comporre le Smart City. Quindi non si parla solo di tablet, computer e smartphone bensì di oggetti "comuni" presenti al lavoro, nelle nostre case, nelle città, auto e via dicendo, i quali acquisiscono una loro identità e intelligenza attraverso la rete e potenzialmente ogni oggetto ha la possibilità di scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate direttamente nel mondo digitale.
Questo mondo negli anni è stato declinato in vari ambiti, a partire dalle case e la domotica, alle automobili ad oggi totalmente interconnesse, per arrivare alle fabbriche e l'ambito dell'Industrial IoT, dove questa tecnologia ha trovato terreno fertile per espandersi/evolversi e divenire un componente tecnologico fondamentale nei progetti dell’Industria 4.0. Le soluzioni a livello aziendale permettono di migliorare i modelli di business esistenti creando nuove modalità di interazione con clienti e partner; rendere intelligenti macchine e linee di produzione attraverso l’integrazione di sensori, attuatori e componenti di tutti i tipi per elaborare in tempo reale i parametri dei processi produttivi; predisporre i dati per ulteriori elaborazioni, si pensi all'Intelligenza Artificiale e al Machine Learning, utili per fare manutenzione predittiva oppure ottimizzare il processo produttivo. Grazie alla capacità di controllo dei dati e la maggiore disponibilità d’informazioni si riescono ad ottenere benefici a tutti i livelli, come flessibilità e bilancio energetico, previsioni più attendibili come ad esempio la manutenzione predittiva, riduzioni degli scarti, riduzione dei consumi energetici e così via.
Oggi più che mai l'argomento da non sottovalutare è il piano Transizione 4.0 del MISE, che tra i beni immateriali ammessi prevede una specifica voce dell’allegato dedicata a software, sistemi, piattaforme e applicazioni in grado di comunicare dati e informazioni sia tra loro che con l’ambiente e gli attori circostanti grazie a una rete di sensori interconnessi, ovvero l'Industrial Internet of Things. Perciò si ha la possibilità di far "evolvere" la propri azienda anche grazie a finanziamenti esterni.
Credo fermamente che il miglioramento continuo, la condivisione della conoscenza e il confronto costante siano degli elementi fondamentali per la crescita di ogni individuo. Ad meliora et maiora semper!!